
Nella primavera inoltrata del 2023 avviavo un progetto ambizioso per il me di allora, un podcast dedicato interamente all'educazione museale: Museum Education Podcast.
Quando ho avviato il progetto non pensavo di star facendo qualcosa di tanto importante, per me era un modo di riunire tante voci, fra quelle che avevo avuto modo di conoscere in quei pochi ma fortunati anni di inizio carriera, e condividerle con le persone che come avrebbero potuto trarre vantaggio da quei dialoghi e poter crescere come ero cresciuto io.
Nel tempo però il podcast ha iniziato a contare sempre più ospiti, sempre più argomenti tosti, complessi, controversi per molti aspetti; così piano piano è diventato da elemento di condivisione a vero e proprio strumeto di studio ultra contemporaneo (come piace molto dire ai curatori più "al passo coi tempi").
Ad un certo punto il podcast è diventato più grande di me, produrre un episodio a settimana includendo interviste, montaggio e organizzazione della comunicazione sui social era diventato impossibile, sono passato dunque ad una pubblicazione bisettimanale, un ritmo spezzato che inevitabilmente non riusciva ad intrecciarsi con tutto quello che la vita ci spiattella in faccia con il risultato che rapidamente le due settimane fra un episodio e l'altro sono diventate tre, poi quattro e così via fino a diventare ufficialmente un podcast che esce quando mi pare e piace, che tradotto significa QUANDO HO TEMPO.
Il podcast resta però una risorsa importante che non ho intenzione di abbandonare assolutamente, io sono il mio primo ascoltatore dopotutto e talvolta riascoltare certe parole mi rimette in prospettiva proprio come quando mi sono reso conto che certi dialoghi aiutano le persone in generale.
Sono convinto però che la comunicazione, così come la struttura della culturale generale, stia virando sempre di più su un ritorno ad un analogico, quasi come un bisogno fisiologico, questo guardare ad una modalità più "fredda", per dirla con le parole di Mcluhan.
In questo ultimo periodo ho notato sempre più il bisogno di voler scrivere, e di farlo in uno spazio ampio che i social network non offrono, luoghi che nel tempo sono diventati sempre più stretti, così stretti che anche un video ormai, prima strumento noto per potersi prendere più tempo, non superano i 2 minuti di lunghezza. Il podcast nasceva con la stessa esigenza e tutt'ora si ritrova a vivere su questa convinzione, ovvero che qui (lì, sul podcast) il tempo non deve in alcun modo essere risparmiato, possiamo essere il più lunghi e pedissequi possibile, uno spazio in cui insomma possiamo essere liberi di parlare senza la paura della pausa e del tempo perduto.
Questa convinzione oggi mi ha portato a rivalutare il potere della scrittura, se è vero che stiamo vivendo un periodo in cui l'andare avanti significa in qualche modo guardare indietro, con una forma che però si adegua a quello che è un design molto più accessibile, diretto, informale, allora posso dire di aver trovato il mio posto in questo spazio bianco da riempire online (che poi è esattamente quello che state leggendo).
Questo spazio in cui vi trovate risulterà essere sempre più utilizzato per veicolare messaggi che non riesco (o non voglio) più scrivere con uno spazio ristretto e risicato ma in uno che sia il più grande possibile e che non mi chieda di elaborare un piano strutturato, grafico, formale, di dividere il testo in tanti sottotesti poiché sottoposto ai limiti numerici di un social (i caroselli per intenderci).
Scegliere di scrivere, in uno spazio molto lontano da quello che è concettualmente un social, è un po' un atto di ribellione che in primis rimando al bisogno di voler scrivere di più ma che in secundis possiamo concretizzare anche nella crescente necessità di vivere con meno distrazioni, di rendere la vita "meno comoda" per permettere di crescere come un tempo era più naturale fare.
Tutti i post che realizzerò qui saranno comunicati anche sui social quindi se non volete perdervi nemmeno un articolo seguitemi su Instagram, lì metterò altri contenuti ma non vi nascondo che un mio grande sogno sarebbe quello di non aver più bisogno di queste piattaforme sociali, desiderio oggi impossibile da realizzare temo, ma ciò non significa non provarci, dopotutto io parlo ad una nicchia di persone e fra di noi ormai ci conosciamo, dunque avere un sito come punto di riferimento piuttosto che un profilo social, potrebbe anche tornare in voga come un tempo!
Ma perché proprio la scrittura? Ci sarebbero tanti motivi da elencare ma la verità è che molto semplicemente in questo periodo, sempre molto pieno di impegni, mi ritrovo spesso a scrivere e non più tanto a registrare contenuti audio e video, magari perché mi sento in un periodo più silenzioso della mia vita o magari perché un testo scritto si può interrompere e riprendere più facilmente di un contenuto audio/video.
Qualcunque sia il motivo, esplicito o meno che sia, la costruzione di questa piattaforma, che mi auguro possa rimanere un luogo pulito, facile da utilizzare, utile soprattutto a tutte le persone che ci si troveranno a passare nonché a me e spero anche che mi dia la spinta per rivere un po' anche tutta la mia comunicazione online che ormai fa fatica ad utilizzare gli stessi mezzi e che forse necessità di uno spazio più offline (un po' come tutti) per poter costruire cose con uno spessore molto più ampio e sempre più interessanti!
Buon viaggio a noi!
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